TERAMO – Assistenza disabili e compartecipazione: c’è una nuova proposta che domani verrà formalizzata in una delibera , ma le associazioni dei disabili tirano dritto sulla strada del ricorso. Il sindaco dal canto suo,al termine del terzo tavolo di confronto tra la Giunta e i rappresentanti delle associazione dei disabili, si è dichiarato soddisfatto per i contenuti della nuova proposta che ritiene abbia restituito equità sociale e recepito le istanze delle famiglie fermo restando che la compartecipazione resta, anche se rimodulata, così come l’unicità del servizio ( nel senso che le famiglie possono scgliere una sola tipologia di prestazione su un ventaglio di quattro erogate dal Comune).
Ecco le proposte del Comune
La Giunta domani partirà con la formulazione di una nuova delibera. L’obiettivo è quello di sanare gli errori e le incongruenze evidenziati dai rappresentanti delle associazioni dei disabili. Tra le proposte esposte dal Comune nella riunione di questa mattina, ci sono l’inserimento di valutazioni dell’aspetto sociale (situazione familiare ed economico degli eroganti) e degli aspetti sanitari, che verranno valutati in base all’indice di Barthel, ed avranno un peso rispettivamente del 60 % e del 40% sulla domanda di richiesta per l’assistenza domiciliare. Il tetto Isee per le esenzioni verrà innalzato da 5000 a 7500 euro, mentre per la compartecipazione si passerà da 14000 a 30000 euro. Verranno inoltre riaperti, per circa una settimana, i termini del bando per la richiesta dell’assistenza domiciliare, per permettere a tutti coloro che non hanno ancora inviato la domanda di partecipare. Il Comune, inoltre, in attesa che la Regione Abruzzo ridefinisca i criteri e che entri in funzione il centro Diurno per persone autistiche, a Sant’Atto, ha messo a disposizione degli eroganti circa 4000 ore fino a dicembre.
I disabili tirano dritto: «Andremo avanti col ricorso»
“Siamo disabili non siamo stupidi”. I disabili non ci stanno, rifiutano apertamente le proposte della Giunta; continueranno per la loro strada, porteranno avanti il ricorso al Tar dell’Aquila. Le ragioni che spingono le associazioni e le famiglie dei portatori di disabilità ad un rifiuto così categorico sono molteplici: le proposte dell’Amministrazione appaiono ai loro occhi vaghe e le procedure necessarie alla formulazione della nuova delibera lunghe e inconcludenti. I disabili contestano i tempi; le famiglie sono ormai collassate, senza contare che per portare a termine tutte le procedure esposte dal Comune ci vorranno almeno 15 giorni, intervallo di tempo eccessivo, che tra l’altro coinciderebbe con la scadenza dei termini del ricorso al Tar.